Il paese di Villaperuccio
Villaperuccio, in sardo Sa Baronia, si trova nel Basso Sulcis, nella Sardegna sud-occidentale.
Confina, partendo da nord in senso orario, con i comuni di Narcao, Nuxis, Santadi, Piscinas, Giba, Tratalias e Perdaxus.
Il territorio (36 kmq) si può dividere in due parti di dimensioni quasi identiche. La parte meridionale è costituita da una pianura di origine alluvionale, la restante metà è costituita da una serie di colline di origine vulcanica disposti grossomodo a semicerchio che chiudono la pianura. Il più alto di questi rilievi è il Monte Nacao (480 m). Da questi rilievi partono diversi torrenti e rigagnoli (Rio Bavenu, Rio Candiatzus, Rio Santadi) che confluiscono tutti nel più grande di questi, il Rio Mannu che a sua volta sfocia nel lago artificiale di Monte Pranu. Questo lago occupa una parte considerevole del territorio occidentale del comune di Villaperuccio e segna il confine con Tratalias e Giba.
Il territorio di Villaperuccio fu abitato fin da tempi remoti. Infatti i primi insediamenti umani risalgono a circa 5 mila anni fa (neolitico recente - Cultura di Ozieri). E' di significativa importanza il fatto che nel territorio di Villaperuccio siano presenti i resti di un insediamento abitativo (scoperto fortuitamente nell'altura chiamata S'Arriorxu durante i lavori di scavo per la costruzione dell'acquedotto), l'area sacra costituita da un allineamento di menhir nei pressi dell'abitato di Is Scintus - Terratzu e l'area funeria. I resti più importanti e meglio conservati sono proprio quelli dell'area funeraria di Montessu: si tratta di una necropoli a Domuns de Janas situata in uno splendido anfiteatro naturale che per estensione è la più grande dell'intera Isolata. La sua importanza è dovuta sia per la presenza di alcune tombe-santuario, sia ad alcune decorazioni rinvenute in alcune tombe più piccole (denti di lupo, spirali e protomi taurine).
Restano tracce meno importanti risalenti al periodo nuragico, come ad esempio una capanna nuragica situata a poche decine di metri dal municipio, ed altri nuraghi di dimensioni medie e piccoli costruiti in posizione strategica sulllle alture che costeggiano i corsi d'acqua.
Del periodo romano restano una necropoli nei pressi della chiesetta campestre di Is Grazias (XVI sec.), mentre numerosi frammenti di ceramiche e monete relative a quel periodo storico sono state rinvenute sparse nel territorio.
Le prime notizie certe in epoca storica di Villaperuccio risalgono al XIII secolo. Era una delle ville della curatoria di Sulcis che faceva parte del Giudicato di Cagliari. Quando i pisani distrussero il Giudicato di Cagliari, divenne un possedimento Gherardesca Gherardiani a partire dal 1254. Viene ricordato nel componimento pisano (resoconti compilati a fini fiscali) del 1320 e contava allora circa 44 fuochi. A partire dal 1410, a seguito della conquista aragonese della Sardegna venne concesso in feudo a Pietro Otger, col titolo di Barone un gentiluomo che aveva servito il re Martino il Giovane durante la guerra contro il giudicato di Arborea. Quindi è evidente che il nome utilizzato in sardo dai locali e dagli abitanti dei centri vicini, Sa Baronia, nonostante in tutti i documenti antichi venga sempre utilizzato Villaperuccio scritto in forme diverse (forse un antroponino ossia un nome di luogo che deriva da un nome di persona), è un ricordo dell'antica giurisdizione feudale che si protrasse fino 1834 quando l'ultimo barone, Don Vincenzo Otger morì senza eredi, così il feudo tornò sotto l'amministrazione del Regio Demanio.
Il paese divenne frazione assieme a Nuxis del neocostituito comune di Santadi nel 1853. A seguito del lascito testamentario di un ricco possidente, Bartolomeo Argiolu, venne costruita nel 1855 la chiesa dedicata alla Madonna del Rosario, della quale l'Argiolu possedeva una statua lignea di grande valore artistico e di dedicarle annualmente una festa. Questa statua viene ancora oggi portata in processione durante la festa patronale.
Ai primi del 900 vennero aperte le prime scuole elementari (cambiarono più ubicazione e stavano incase private fino alla costruzione degli edifici appositi). Nei primi anni 30 oltre al nuovo ponte venne costruito l'argine tuttora esiste per contenere le devastanti ondate di piena del Rio Mannu. Tra queste viene ricordata ancora oggi quella del 1920: infatti s' unda distrusse il ponte di legno, allagò quasi tutto il paese, mettendo in pericolo la vita di diverse persone, portò via intere greggi che vennero ritrovate diversi chilometri più a valle. A metà degli anni 50 venne restaurata la chiesa parrocchiale che assunse l'aspetto attuale. Nel 1979, a seguito di un referendum popolare che ottenne solo un voto contrario, Villaperuccio divenne comune autonomo con la Legge Regionale N. 21 del 27 aprile 1979.